prendasdesardegna.it
prendasdesardegna.it
Sa bestimenta
  • images/morfeoshow/temp_upload/01sinnaijpg_000.jpg

    Nome: abito con scialle di seta
    Denominazione locale: bistiri a sciallu de seda
    Uso: abito da sposa ceto medio, abito da cerimonia
    Tessuto: seta
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Modella: Marta Orrù
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
  • images/morfeoshow/temp_upload/02sinnaijpg_01.jpg

    Nome: abito con scialle di seta
    Denominazione locale: bistiri a sciallu de seda
    Uso: abito da sposa ceto medio, abito da cerimonia
    Tessuto: seta
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Modella: Marta Orrù
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
  • images/morfeoshow/temp_upload/03sinnaijpg_02.jpg

    Nome: abito a liste di canna
    Denominazione locale: bistiri a perra de canna
    Uso: giornaliero
    Tessuto: misto lana de abordau (adattamento sardizzato di bordeaux)
    Datazione: seconda metà dell’OttocentoCollezione: famiglia Serreli
    Modella: Marta Orrù
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
  • images/morfeoshow/temp_upload/04sinnaijpg_03.jpg

    Nome: abito a liste di canna, particolare della camicia a perra de canna
    Denominazione locale: bistiri a perra de canna
    Uso: giornaliero
    Tessuto: lana
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Modella: Marta Orrù
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
  • images/morfeoshow/temp_upload/05sinnaijpg_04.jpg

    Nome: abito a liste di canna, particolare della gonna a tancus (parte superiore blu, parte inferiore rossa)
    Denominazione locale: bistiri a perra de canna
    Uso: giornaliero; il blu veniva usato nel periodo della vedovanza
    Tessuto: lana
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Modella: Marta Orrù
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
  • images/morfeoshow/temp_upload/06sinnaijpg_05.jpg

    Nome: abito buono
    Denominazione locale: bistiri bonu
    Uso: matrimonio, cerimonia (ricca borghesia)
    Tessuto: panno e broccato
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Modella: Francesca Boassa
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
  • images/morfeoshow/temp_upload/07sinnaijpg_06.jpg

    Nome: abito buono, particolare del velo in tulle ricamato a mano su cui è appuntata la spilla margherita in oro (spilla de faci); sul petto si notano i bottoni e sa cannacca, entrambi in oro.
    Denominazione locale: bistiri bonu
    Uso: matrimonio, cerimonia (ricca borghesia)
    Tessuto: tulle
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Modella: Francesca Boassa
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
  • images/morfeoshow/temp_upload/08sinnaijpg_09.jpg

    Nome: da sinistra, abito a liste di canna, abito buono e abito con scialle di seta
    Denominazione locale: da sinistra, bistiri a perra de canna, bistiri bonu e bistiri a sciallu de seda
    Uso: giornaliero, cerimonia (ricca borghesia), cerimonia (ceto medio)
    Tessuti: misto lana de abordau, panno e broccato, seta
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Modelle: da destra, Michela Orrù, Francesca Boassa, Marta Orrù
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
  • images/morfeoshow/temp_upload/09sinnaijpg_23.jpg

    Nome: cuffia
    Denominazione locale: scufiotu
    Uso: serviva per raccogliere i capelli; ci si appuntava sa spilla de faci per mantenere il velo e lo scialle di seta. Era usato sia con l’abito buono sia con l’abito con lo scialle di seta.
    Tessuto: raso
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
  • images/morfeoshow/temp_upload/10sinnaijpg_19.jpg

    Nome: fazzoletti per la testa
    Denominazione locale: mucadori de conca
    Uso: giornaliero; variava il colore secondo i gusti personali, nell’abito buono era sempre bianco.
    Tessuto: lana
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
  • images/morfeoshow/temp_upload/11sinnaijpg_15.jpg

    Nome: fazzoletti per la testa
    Denominazione locale: mucadoris de conca
    Uso: giornaliero
    Tessuto: lana
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
  • images/morfeoshow/temp_upload/12sinnaijpg_14.jpg

    Nome: scialle di seta, particolare del ricamo
    Denominazione locale: sciallu de seda
    Uso: giornaliero
    Tessuto: lana ricamata
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
  • images/morfeoshow/temp_upload/13sinnaijpg_28.jpg

    Nome: fazzoletto
    Denominazione locale: mucadori
    Uso: giornaliero
    Tessuto: raso
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
  • images/morfeoshow/temp_upload/14sinnaijpg_24.jpg

    Nome: camicia a liste di canna
    Denominazione locale: camisa a perra de canna
    Uso: giornaliero
    Tessuto: lino
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
  • images/morfeoshow/temp_upload/15sinnaijpg_25.jpg

    Nome: camicia a liste di canna, particolare della manica
    Denominazione locale: camisa a perra de canna
    Uso: giornaliero
    Tessuto: lino
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
  • images/morfeoshow/temp_upload/16sinnaijpg_11.jpg

    Nome: corpetto
    Denominazione locale: cossu
    Uso: tutte le occasioni. Nel vestito buono si usava sotto la camicia con funzione di reggiseno, mentre in quello a scialle di seta andava sopra la camicia e sotto su spensu, il corpetto a maniche lunghe.
    Tessuto: broccato con passamaneria argentata
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
  • images/morfeoshow/temp_upload/17sinnaijpg_22.jpg

    Nome: corpetto
    Denominazione locale: cossu
    Uso: giornaliero
    Tessuto: broccato
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
  • images/morfeoshow/temp_upload/18sinnaijpg_18.jpg

    Nome: corpetti a maniche lunghe
    Denominazione locale: spensus
    Uso: cerimonia ceto medio
    Tessuto: raso con trine d’oro
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
  • images/morfeoshow/temp_upload/19sinnaijpg_16.jpg

    Nome: giacca in velluto
    Denominazione locale: sa vellada
    Uso: cerimonia, indossato con l’abito buono
    Tessuto: velluto, passamaneria argentata o dorata
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
  • images/morfeoshow/temp_upload/20sinnaijpg_20.jpg

    Nome: gonna
    Denominazione locale: gunnedda de asuta
    Uso: si indossava sotto la gonna per valorizzare le forme femminili come simbolo di fertilità (uso probabilmente derivante dagli antichi romani, i primi ad averlo documentato).
    Tessuto: panno
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
  • images/morfeoshow/temp_upload/21sinnaijpg_17.jpg

    Nome: grembiule dell’abito buono
    Denominazione locale: imboddiu, deventali de su bistiri bonu
    Uso: cerimonia ricca borghesia
    Tessuto: broccato
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
  • images/morfeoshow/temp_upload/22sinnaijpg_13.jpg

    Nome: grembiule dell’abito con scialle di seta
    Denominazione locale: deventali de su bistiri a sciallu de seda
    Uso: cerimonia classe media
    Tessuto: raso
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
  • images/morfeoshow/temp_upload/23sinnaijpg_21.jpg

    Nome: grembiule dell’abito con scialle di seta, talvolta usato anche con l’abito a liste di canna
    Denominazione locale: deventali de su bistiri a sciallu de seda
    Uso: cerimonia ceto medio
    Tessuto: raso
    Datazione: fine Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
  • images/morfeoshow/temp_upload/24sinnaijpg_12.jpg

    Nome: grembiule dell’abito a liste di canna
    Denominazione locale: deventali de su bistiri a perra de canna
    Uso: giornaliero
    Tessuto: lana leggera ricamata
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
  • images/morfeoshow/temp_upload/01sinnaijpg_070.jpg

    Nome: abito da uomo
    Denominazione locale: bistiri de mascu
    Uso: festivo
    Tessuto: orbace e tela (lino)
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Modella: Bruno Orrù
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
  • images/morfeoshow/temp_upload/02sinnaijpg_08.jpg

    Nome: abito da uomo, particolare del sereniccu (adattamento sardizzato della città greca di Salonicco; altri invece propendono per l’allusione alla sera). Ci sono delle somiglianze di abbigliamento con i paesi balcanici e della Grecia.
    Denominazione locale: bistiri de mascu
    Uso: festivo
    Tessuto: orbace e tela (lino)
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Modella: Bruno Orrù
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
  • images/morfeoshow/temp_upload/03sinnaijpg_29.jpg

    Nome: catena
    Denominazione locale: giunchilliu
    Uso: festivo, chiudeva su sereniccu
    Materiale: argento
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
  • images/morfeoshow/temp_upload/04sinnaijpg_10.jpg

    Nome: abito da uomo, particolare della s’ista de peddi (mastruca) e della berritta
    Denominazione locale: bistiri de mascu
    Uso: giornaliero
    Tessuto: pelle di cervo (mastruca) e orbace (berritta)
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Modella: Bruno Orrù
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
  • images/morfeoshow/temp_upload/05sinnaijpg_27.jpg

    Nome: mastruca
    Denominazione locale: ista de peddi
    Uso: si utilizzava per andare a cavallo perché riparava dal freddo e dal vento senza impedire la mobilità.
    Tessuto: pelle di cervo, ma poteva anche essere di capra.
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
  • images/morfeoshow/temp_upload/06sinnaijpg_26.jpg

    Nome: cinta
    Denominazione locale: cintroxu
    Uso: giornaliero
    Tessuto: pelle rivestita in raso
    Datazione: seconda metà dell’Ottocento
    Collezione: famiglia Serreli
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75

Sa bestimenta

Is primas fotos de is bestires sinniesos si podent bìdere in is rivistas chi giraiant in Sardigna in su sèculu deghenoe. Baldassarre Luciano, in una litografia publicada in su 1878 in sa rivista  Il buon umore, figurat una massaja chi at sa berrita de brocadu in conca, unu giponeddu cun mànighes astrintas, una gunnedda de abordadu ruju e blu, unu deventale de seda e unu mucadore in chintzu.
Giuseppe Cominotti, in una litografia de su 1826, figurat una pitzinna sinniesa a caddu cun su bestire de cojua. Su bestire assimigiat meda a su bestire bonu (pron. bistiri bonu), cussu chi ponent oe is fèminas de Sinnia pro ballare in is festas e sagras de is biddas.
Famìlias meda de Sinnia mantenent tantos bestires antigos comente chi serent un’eredidade de famìlia. Liliana Serreli mantenet in sa domo campidanesa cosa sua bestires divertzos de fèmina e de òmine chi fiant de is mannos suos, sunt de sa segunda meitade de s’Otighentos. Sa colletzione sua est de impostu mannu de s’ala etnogràfica e nos faghet cumprèndere de comente fèminas e òmines bestiant in Sinnia in su sèculu deghenoe. Is bestires torrados a fàghere pompiende is antigos, sunt postos mescamente de su grupu folk de Sinnia “Funtana de Olia” torradu a numenare in su 2001 ma nàschidu in su 1948 che grupu folk de Sinnia. Pro su chi est de sa traditzione, in Sinnia podent èssere classificadas bator castas de bestire: su bestire bonu (pron. bistiri bonu) (su bestire de isposa e de festa pro is ricos), su bistire a isciallu de seda (pron. su bistiri a sciallu de seda) (su bestire de isposa de su cetu mèdiu), su bestire a perra de canna, (pron. su bistiri a perra de canna) (su bestire de fitianu) e su bestire de mascru (pron. su bistiri de mascu).


Su bestire bonu (pron. bistiri bonu)
Fiat su bestire chi fiat postu dae is fèminas de sa borghesia rica pro is cojuas e cerimònias de importu. In conca poniant su scufiotu, una berrita chi serbiat pro gollire is pilos, e su velu de tulle recramadu a manos in ue atacaiant prenas e ispillas de oro che a sa spilla de faci.
Sa camisa fiat de linu ornada e recramada in manera fine cun randas in su tzugru e in is brutzos.  Suta sa camisa (no a subra comente pro su bestire cun isciallu de sedas e in cussu de fitianu), andaiat su cossu, unu tene-titas. In palas si ligaiat su pannu de piturra, unu mucadore recramadu in ue beniat fissada sa  cannaca de oro. De importu mannu fiat sa vellada, una giancheta de belludu astrinta a mesu manighes pro modellare su chintzu. Sa gunnedda, fiat de belludu ruju e aiat pricas in da in antis e in dae segus. Subra sa gunnedda andaat s’imbòddiu, deventale de brocadu chi si sistinghiat dae is àteros pro sa fatura de is recramos e de is randas. Is crapitas fiant rivestias de brocadu e cuncordaiant cun s’imbòddiu. In su bestire de bonu abbondaiant is prendas chi aiant una funtzione decorativa e denotaiant sa classe sotziale. Famidas in totu su Campidanu fiant is collanas, che a su giunchìlliu, sa cannaca de oro e su lasu, cust’ùrtimu cussideradu sa prenda prus de importu pro una fèmina ca descriiat unu persursu de sa bida.

Su bistire a isciallu de seda (pron. bistiri a sciallu de seda)
Fiat su bestire de isposa e de cerimònia de is pitzocas de su cetu mèdiu. In sa conca poniant su mucadore (mucadori), pro gollire e nmantènnere is pilos. Subra su mucadore pogiaiat s’isciallu de seda (su sciallu de seda), viola o birde. Sa camisa fiat de lino cun randas in is brutzos e in su tzugru; cubra is camisas andaiat su cossu e su spensu, unu cropete de rasu a mànighes longas ronadu cun trinas de oro. Ddu fiat sa gunnedda de abodrau, mutida gasi ca fiant bogadas a campu is pricas murtinas de su bestire. Subra sa gunnedda si ligaiat su deventale (pron. deventali), de rasu cun rècramos divertzos in suta, unas cantas bortas cun una bugiaca (busciàcca) de brocadu chi beniat ligada suta su deventale.

Su bestire de fitianu (bistiri de donnia di)
Fiat su bestire chi poniant in die de fitianu (cada die). In conca ddi fiat su mucadore (mucadori) chi fiat de cotone o de rasu o de lana. Sa camisa de linu biancu (o murru in antigu), beniat prentzada faghende.dda a pricas minoreddeddas pro custu mutida a perra de canna. Subra sa camisa si indossaiat su cossu in pitzu de su cale s’apuntaiat su pannu de piturra belle che su matessi de su bistire bonu ma prus grezu. Sa gunneda a tancos (tancus), fiat fata dde s’ala de susu de colore blu e una de suta de colore ruja. Su blu fiat postu pro su dolu.

Su bistiri de mascu (pron. bistiri de mascu)
Su bestire de mascru si presentaiat in una manera ebbia; beniat postu seret pro is festas seret pro cada die agiunghende unos cantos cantros. In sa conca, una berrita de furesi longa pagu prus a mancu 60 centìmetros chi beniat lassada corrùere in palas. Sa camisa fiat de linu ornada cun recramos in is brutzos e in su tzugru. In pitzu de sa camisa andaiat su gropete (pron. gropetu), de belludu ruju cun gutones de oro e recramos dorados. Subra su gropete andaiat s’ista de pedde (peddi), connota de prus comente mastruca. Custa fiat fata cun pedde de cherbu e si poniat pro andare a caddu, pro ca amparaiat de su fritu e de su bentu. Unu cantru bellu est su serenicu, una casta de sacu de furesi cun unu curcuddu chi si serraiat a s’artària de is petorras cun su giunchìlliu de oro o de prata.  Is cartzones (pron. cratzonis) fiant de linu e abbarraiant lados. In pitzu de is cartzones andaiat sa roda (pron. s’arroda), una gunnedda de furesi chi aiat sa coa de belludu e beniat mantesu de sa carrighera, una chintorja rivestida de brocadu.

Sa roba posta pro sa bestimenta
Lana e misturu de lana
S’usaiat in s’isciallu de seda e a perra de canna. Postu pro gunneddas, mucadores, e sutagunneddas.

Lino
Postu pro camisas, mudandas mannas e pro is bandas biancas de is bestires.

Furesi
Particolare tribballu de sa lana, beniat postu mescamente pro is bestires de òmine.

Rasu
Postu pro su mucadore, cossos e dentales.

Seda
Pro s’isciallu de seda e àteras bandas de is bestires.

Brocadu
Trabballu ispantosu de sa seda, si poniat mescamente pro is cossos.

Belludu
Pro is cossos.

Pannu
Pro i gunneddas.

Torna su
prendasdesardegna.it

Crediti