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L’abito tradizionale
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    Prezioso abito femminile di gala di Settimo San Pietro
    Nome: abito di gala
    Denominazione locale: bistiri de velludu
    Uso: veniva confezionato per le nozze delle donne di famiglie abbienti e dopo il matrimonio si utilizzava solo per le cerimonie più importanti.
    Tessuto: velluto di seta rosso, broccato a motivi floreali policromi su fondo avorio, trine dorate con motivo a ventaglio.
    Datazione: 1880 circa
    Collezione: privata
    Foto di: Nicola Cogoni

    399.75
    600
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    Prezioso abito femminile di gala di Settimo San Pietro
    Nome: Abito di gala
    Denominazione locale: bistiri de velludu
    Uso: veniva confezionato per le nozze delle donne di famiglie abbienti e dopo il matrimonio si utilizzava solo per le cerimonie più importanti.
    Tessuto: velluto di seta rosso, broccato a motivi floreali policromi su fondo avorio, trine dorate con motivo a ventaglio.
    Datazione: 1880 circa
    Collezione: privata
    Foto di: Nicola Cogoni

    399.75
    600
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    Prezioso abito femminile di gala di Settimo San Pietro, particolare
    Nome: velo
    Denominazione locale: velu
    Uso: elemento del costume di gala detto bistiri de velludu.
    Tessuto: cotone bianco a maglia esagonale, decorato con ricami a motivi floreali bianchi.
    Datazione: 1880 circa
    Collezione: privata
    Foto di: Nicola Cogoni

    399.75
    600
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    Prezioso abito femminile di gala di Settimo San Pietro, particolare
    Nome: fiocco
    Denominazione locale: froccu
    Uso: elemento della cuffia di gala, usato in abbinamento col vestito detto bistiri de velludu.
    Tessuto: velluto di seta nero, ornato con frange in canutiglia d’oro e ricami con motivi floreali in filo ed elementi dorati.
    Datazione: 1880 circa
    Collezione: privata
    Foto di: Nicola Cogoni

    399.75
    600
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    Prezioso abito femminile di gala di Settimo San Pietro, particolare
    Nome: corpetto
    Denominazione locale: cossu
    Uso: capo di uso festivo che, data la raffinatezza del tessuto, si utilizzava anche a vista senza la sovrapposizione del giubbetto. Aveva la funzione di sostenere il seno.
    Tessuto: broccato a fondo rosso, decorato in verde e in canutiglia dorata con motivi floreali e spighe.
    Datazione: 1880 circa
    Collezione: privata
    Foto di: Nicola Cogoni

    399.75
    600
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    Prezioso abito femminile di gala di Settimo San Pietro, particolare
    Nome: casacchino
    Denominazione locale: velàda
    Uso: usato in abbinamento con l’abito di gala detto bistiri de velludu. Caratterizzato da maniche a tre quarti, terminanti con volant arricciato. Profilato con galloni d’oro che caratterizzano anche i bordi delle finte tasche.
    Tessuto: velluto di seta nera, galloni e trine dorati.
    Datazione: 1880 circa
    Collezione: privata
    Foto di: Nicola Cogoni

    399.75
    600
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    Prezioso abito femminile di gala di Settimo San Pietro, particolare
    Nome: casacchino
    Denominazione locale: velàda
    Uso: indossato in abbinamento con l’abito di gala detto bistiri de velludu. Caratterizzato da maniche a tre quarti terminanti con volant arricciato. Profilato con galloni d’oro che caratterizzano anche i bordi delle finte tasche.
    Tessuto: velluto di seta nera, galloni e trine dorati.
    Datazione: 1880 circa
    Collezione: privata
    Foto di: Nicola Cogoni

    399.75
    600
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    Prezioso abito femminile di gala di Settimo San Pietro, particolare
    Nome: grembiule a ventaglio
    Denominazione locale: deventali
    Uso: usato in abbinamento con l’abito di gala detto bistiri de velludu, sopra la gonna.
    Tessuto: velluto di seta rosso, broccato a motivi floreali policromi su fondo avorio, trine dorate con motivo a ventaglio.
    Datazione: 1880 circa
    Collezione: privata
    Foto di: Nicola Cogoni

    399.75
    600
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: abito di gala
    Denominazione locale: bistiri de velludu
    Uso: realizzato a Settimo da una sarta che ancora oggi confeziona capi di questo tipo. Si tratta di una copia di un abito locale risalente al 1880 circa.
    Tessuto: velluto rosso e broccatello
    Datazione: 1968
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: casacchino
    Denominazione locale: velàda
    Uso: usato in abbinamento con l’abito di gala detto bistiri de velludu. Caratterizzato da maniche a tre quarti, terminanti con volant arricciato. Profilato con galloni d’oro che caratterizzano anche i bordi delle finte tasche. Due nastri frangiati ricadono posteriormente oltre la lunghezza del casacchino. Realizzato a Settimo da una sarta che ancora oggi confeziona capi di questo tipo. Si tratta di una copia di un abito locale risalente al 1880 circa.
    Tessuto: velluto nero, galloni e trine dorati.
    Datazione: 1968
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: abito di gala
    Denominazione locale: bistiri de velludu
    Uso: realizzato a Settimo da una sarta che ancora oggi confeziona capi di questo tipo. Si tratta di una copia di un abito locale risalente al 1880 circa.
    Tessuto: velluto rosso e broccatello
    Datazione: 1968
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: abito festivo e di gala di seta
    Denominazione locale: bistiri a sciallu de seda
    Uso: festivo e di gala
    Tessuto: seta viola con motivi floreali neri
    Datazione: lo scialle risale alla fine dell’Ottocento, il grembiule e il giubbetto al 1920 circa.
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: scialle di seta
    Denominazione locale: sciallu de seda
    Uso: scialle festivo e di gala di grandi dimensioni con ampia frangia, utilizzato ripiegato a triangolo e poi adattato sul capo, fissandolo con una spilla al copricapo sottostante (la cuffia o un fazzoletto chiaro di piccole dimensioni) lasciando i lembi aperti, annodati morbidamente all’altezza del petto o sulla sommità del capo.
    Tessuto: seta viola con motivi floreali neri.
    Datazione: fine Ottocento
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: fazzoletto con frangia
    Denominazione locale: muncadori mannu affrongiau
    Uso: fazzoletto quadrato di grandi dimensioni con frangia, destinato all’utilizzo festivo. Veniva in genere ripiegato a triangolo e poi adattato sul capo, fissandolo con una spilla al copricapo sottostante (la cuffia o un fazzoletto chiaro di piccole dimensioni), lasciando i lembi aperti o annodati morbidamente all’altezza del petto o sulla sommità del capo. In particolare, il capo nella fotografia fu acquistato per l’abito nuziale nel 1919.
    Tessuto: Filati di cotone industriali con stampa di motivi floreali.
    Datazione: 1919
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome:
    fazzoletto con frangia
    Denominazione locale: muncadori mannu affrongiau
    Uso: fazzoletto quadrato di grandi dimensioni con frangia, destinato all’utilizzo festivo. Veniva in genere ripiegato a triangolo e poi adattato sul capo, fissandolo con una spilla al copricapo sottostante (la cuffia o un fazzoletto chiaro di piccole dimensioni), lasciando i lembi aperti o annodati morbidamente all’altezza del petto o sulla sommità del capo. In particolare, il capo nella fotografia fu acquistato per l’abito nuziale nel 1919.
    Tessuto: filati di cotone industriali con stampa di motivi floreali.
    Datazione: 1919
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: fazzoletto
    Denominazione locale: muncadori
    Uso: fazzoletto quadrato di piccole dimensioni utilizzato sul capo, ripiegato a triangolo e annodato sotto il mento.
    Veniva indossato anche piegato a metà, formando un rettangolo, come copriseno (pannu de piturra). Quest’ultimo utilizzo, secondo l’Alziator, sarebbe stato introdotto dai Gesuiti per limitare la scollatura della camicia.
    Tessuto: filati di cotone industriali con stampa di motivi floreali.
    Datazione: XIX secolo
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: fazzoletti
    Denominazione locale: muncadoris
    Uso: fazzoletti quadrati di piccole dimensioni utilizzati sul capo, ripiegati a triangolo e annodati sotto il mento. Quelli più chiari venivano associati ad un copricapo sovrapposto, come uno scialle o un fazzoletto di grandi dimensioni. Venivano indossati anche piegati a metà, formando un rettangolo, come copriseno (pannu de piturra). Quest’ultimo utilizzo, secondo l’Alziator, sarebbe stato introdotto dai Gesuiti per limitare la scollatura della camicia.
    Tessuto: filati di cotone industriali con stampa di motivi floreali.
    Datazione: in alto, fazzoletto del XIX secolo; sotto, fazzoletto dei primi del Novecento.
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: fazzoletti
    Denominazione locale: muncadoris
    Uso: fazzoletti quadrati di piccole dimensioni utilizzati sul capo, ripiegati a triangolo e annodati sotto il mento. Quelli più chiari venivano associati ad un copricapo sovrapposto come uno scialle o un fazzoletto di grandi dimensioni. Venivano indossati anche piegati a metà, formando un rettangolo, come copriseno (pannu de piturra). Quest’ultimo utilizzo, secondo l’Alziator, sarebbe stato introdotto dai Gesuiti per limitare la scollatura della camicia.
    Tessuto: filati di cotone industriali con stampa di motivi floreali.
    Datazione: primi del Novecento
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: camicia
    Denominazione locale: camisa
    Uso: ricamata nei polsini e nel colletto, si indossava sotto il corpetto e il giubbetto. Nei mesi più caldi, al di sopra si portava solo il corpetto, lasciando scoperte le maniche. Queste ultime, molto larghe, potevano essere stirate semplicemente per l’uso quotidiano (a sbuffu) o, per l’uso festivo, apprettate e pieghettate a fisarmonica in senso verticale e orizzontale (a perra de canna); questa foggia è documentata anche nell’Alta Aragona.
    Tessuto: tela di cotone.
    Datazione: primi decenni del Novecento
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: corpetto
    Denominazione locale: cossu
    Uso: festivo
    Tessuto: broccato a fondo rosso, decorato in verde e in canutiglia dorata con motivi floreali e tralci di vite con grappoli d’uva.
    Datazione: fine Ottocento
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: corpetto
    Denominazione locale: cossu
    Uso: festivo
    Tessuto: broccato a fondo rosso, decorato in verde e in canutiglia dorata con motivi floreali e tralci di vite con grappoli d’uva.
    Datazione: fine Ottocento
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: corpetti
    Denominazione locale: cossus
    Uso: venivano indossati sopra la camicia e avevano la funzione di sostenere il seno.
    Tessuto: velluto operato a motivi floreali, nastri dorati, fodera di tela di cotone.
    Datazione: primi decenni del Novecento
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: giubbetto
    Denominazione locale: gipponi a pettina
    Uso: festivo
    Tessuto: cotone con applicazioni di velluto operato a fiorami sul petto (gipponi a pettina) e sui polsini.
    Datazione: 1919 circa
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: giubbetto
    Denominazione locale: spénsu
    Uso: modello festivo e di gala della classe media, indossato in abbinamento con il grembiule e lo scialle di seta (bistiri a sciallu de seda). Le maniche sono caratterizzate dal tessuto arricciato nella parte superiore e inferiore, in modo da originare all’altezza del gomito un ampio sbuffo, nel quale sono applicati anche volant lobati e nastri colorati.
    Tessuto: seta viola a motivi floreali neri.
    Datazione: 1920 circa
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: giubbetto e grembiule
    Denominazione locale: spénsu
    Uso: modello festivo e di gala della classe media, indossato in abbinamento con il grembiule e lo scialle di seta (bistiri a sciallu de seda). Le maniche sono caratterizzate dal tessuto arricciato nella parte superiore e inferiore, in modo da originare all’altezza del gomito un ampio sbuffo, nel quale sono applicati anche volant lobati e nastri colorati.
    Tessuto: seta viola a motivi floreali neri.
    Datazione: 1920 circa
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: giubbetti
    Denominazione locale: gipponis
    Uso: in alto, il giubbetto festivo; in basso, il giubbetto giornaliero.
    Tessuto: in alto, giubbetto in cotone con applicazioni di velluto operato a fiorami sul petto (gipponi a pettina) e sui polsini.
    Datazione: primi decenni del Novecento
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: fazzoletto con frangia (muncadori mannu affrongiau), giubbetto (gipponi), gonna (gunnedda de abodrau), cintura (cimuxa)
    Uso: festivo
    Datazione: 1919 circa
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: particolari delle tipologie di gonna utilizzate a Settimo
    Denominazione locale: gunneddas de abodrau e de abodratinu
    Uso: le gonne si differenziavano a seconda della prevalenza nelle pieghe delle righe rosse o blu.
    Da sinistra: gonna di uso festivo o quotidiano, in cui le righe rosse predominano verso l’esterno (a s’arrubiu); gonna di uso festivo o quotidiano, in cui si vedono contemporaneamente le righe rosse e blu alternate (intreverada); gonna per il lutto e mezzo lutto con le righe rosse e blu molto sottili in cui prevale il blu (de abodratinu).
    Ogni donna indossava fino a tre gonne sovrapposte.Tessuto: pesante tessuto di cotone, caratterizzato da righe verticali rosse e blu alternate.
    Datazione: primi decenni del Novecento
    Collezione: privata
    Foto di: Rossella Deiana

    600
    289.5
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: grembiuli
    Denominazione locale: deventalis
    Uso: indossati sopra la gonna di cotone a righe rosse e blu (gunnedda de abodrau).
    Tessuto: tela di cotone stampato, detta indiana o indianina.
    Datazione: primi del Novecento
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: grembiuli
    Denominazione locale: deventalis de invitu
    Uso: fanno parte del corredo della sposa. Venivano indossati in occasione di cerimonie, quali battesimi e matrimoni, durante il rinfresco che si offriva a casa. Gli esemplari fotografati hanno perso l’originaria lunghezza; infatti, erano lunghi quanto le gonne del costume locale.
    Tessuto: cotone bianco con ricami delle iniziali della proprietaria.
    Datazione: ante 1919
    Collezione: privata
    Foto di: Rossella Deiana

    600
    378.75
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: scarpe
    Denominazione locale: crapittas
    Uso: si tratta di copie semplificate delle scarpe locali di uso festivo.
    Tessuto: broccatello con motivi floreali su fondo rosso, su scarpa di pelle.
    Datazione: 1968
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: scarpe
    Denominazione locale: crapittas
    Uso: si tratta di copie semplificate delle scarpe locali usate in abbinamento all’abito di gala.
    Tessuto: broccatello con motivi floreali su fondo avorio, su scarpa di pelle.
    Datazione: 1968
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: tasca
    Denominazione locale: busciacca
    Uso: la tasca si indossava sotto il grembiule e si legava alla vita con un laccio o con fili dorati intrecciati terminanti con pendente frangiato (pumus de oru).
    Tessuto: cotone e velluto operato e ricami con le iniziali della proprietaria.
    Datazione: 1919
    Collezione: privata
    Foto di: Rossella Deiana

    549
    600
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: cinture e tasca
    Denominazione locale: cimuxas e busciacca
    Uso: le cinture coprono la porzione della vita tra corpetto e gonna. La parte centrale, visibile posteriormente, è detta coru de sa cimuxa. La tasca si indossava sotto il grembiule e si legava alla vita con un laccio.
    Tessuto: le cinture sono realizzate in velluto operato a fiorami e broccato; la tasca in cotone.
    Datazione: primi del Novecento
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    454.5
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    Abito femminile Settimo San Pietro
    Nome: fazzoletto da mano
    Denominazione locale: muncadori
    Uso: raffinato accessorio festivo da tenere vezzosamente in mano.
    Tessuto: cotone bianco con ricami delle iniziali della proprietaria.
    Datazione: ante 1919
    Collezione: privata
    Foto di: Rossella Deiana

    600
    399.75
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    Abito maschile Settimo San Pietro
    Nome: cappotto
    Denominazione locale: serenìccu
    Uso: capo di origine levantina importato in Sardegna da Livorno e Napoli, successivamente da Salonicco e, infine, confezionato da sarti greci attivi a Cagliari dalla seconda metà del ‘700. Il cappotto nella foto è una recente copia di un capo del XIX secolo.
    Tessuto: orbace nero e velluto rosso.
    Datazione: 1997
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
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    Abito maschile Settimo San Pietro
    Nome: giacca
    Denominazione locale: giacchetta
    Uso: il capo nella foto è una recente ricostruzione tratta da un modello del XIX secolo di uso festivo.
    Tessuto: orbace
    Datazione: 1997
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
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    Abito maschile Settimo San Pietro
    Nome: abito maschile
    Uso: i capi nella foto sono recenti ricostruzioni tratti da abiti del XIX secolo di uso festivo.
    Tessuto: orbace, tela di cotone
    Datazione: 1997
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    399.75
    600
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    Abito maschile Settimo San Pietro
    Nome: giacca, camicia e corpetto
    Denominazione locale: giacchetta, camisa e corpettu
    Uso: i capi nella foto sono recenti ricostruzioni tratti da abiti del XIX secolo di uso festivo.
    Tessuto: orbace, tela di cotone
    Datazione: 1997
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75
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    Abito maschile Settimo San Pietro
    Nome: calzoni, calzoni a gonnellino e ghette
    Denominazione locale: crazonis, arroda e crazas
    Uso: i capi nella foto sono recenti ricostruzioni tratti da abiti del XIX secolo di uso festivo.
    Tessuto: orbace, tela di cotone
    Datazione: 1997
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    583.5
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    Abito maschile Settimo San Pietro
    Nome: gambali
    Denominazione locale: cambalis
    Uso: i capi nella foto sono recenti ricostruzioni di gambali da indossare per uso lavorativo in sostituzione delle ghette in tessuto.
    Materiale: cuoio
    Collezione: privata
    Foto di: Claudia Castellano

    600
    399.75

L’abito tradizionale

Diverse famiglie di Settimo San Pietro possiedono ancora numerosi capi, in prevalenza femminili, del costume antico, ereditati di generazione in generazione o acquistati, dando origine in alcuni casi a vere e proprie collezioni private.
Gli abiti, spesso conservatisi in buone condizioni, sono ben custoditi e documentano le varie tipologie locali: giornaliero, festivo e di gala (bistiri a sciallu de seda e bistiri de velludu), da lutto e da mezzo lutto.
Solo alcuni dei costumi risalenti al diciannovesimo secolo vengono ancora indossati per le più importanti manifestazioni folcloristiche della Sardegna, quali la “Cavalcata Sarda” a Sassari, la “Sagra di Sant’Efisio” a Cagliari e la “Sagra del Redentore” a Nuoro. Solitamente vengono sostituiti da ricostruzioni recenti, più o meno fedeli, soprattutto dell’abito femminile di gala (bistiri de velludu), sia confezionate dalle sarte del paese che affittate nei paesi limitrofi, in questo caso, a discapito delle caratteristiche locali dell’abito.


Tra gli abiti dei paesi del Campidano di Cagliari è possibile riscontrare delle analogie, ma i singoli paesi hanno elaborato dei tratti distintivi. Il modo di annodare il fazzoletto, ad esempio, differisce leggermente a seconda delle fogge locali. Esistono delle differenziazioni, inoltre, che riguardano lo status sociale, visibili soprattutto negli abiti femminili sia di uso quotidiano che festivo. Solo le famiglie più abbienti, ad esempio, per il matrimonio facevano confezionare l’abito di gala, quello da sposa per eccellenza, del quale a Settimo si conservano una decina di esemplari risalenti alla seconda metà dell’Ottocento.

La simbologia del colore era legata soprattutto al lutto, che poteva essere totale nel caso della vedovanza (luttu) o parziale (mesu luttu) a seconda del grado di parentela col defunto. Nel caso del lutto si usavano capi in prevalenza neri, nel caso del mezzo lutto si preferivano capi bruni. Chi non poteva permettersi un abito nuovo, tingeva gli abiti in uso. La gonna utilizzata in occasione del lutto, detta de abodratinu, presentava righe rosse e blu più sottili rispetto alle altre gonne e con la predominanza del colore blu.

Elementi delle varie tipologie di abito femminile
Cuffia (scùffia), fazzoletto (muncadori), camicia (camisa), corpetto (cossu), fazzoletto copriseno (pannu de piturra), giubbetto (gipponi), gonna in cotone a righe rosse e blu (gunnedda de abodrau), grembiule (deventali), cintura (cimuxa), tasca (busciàcca), scarpe di pelle (crapittas).

Elementi dell’abito femminile festivo e di gala (a sciallu de seda)
Cuffia (scùffia), fazzoletto (muncadori), scialle di seta (sciallu de seda), camicia (camisa), corpetto (cossu), fazzoletto copriseno (pannu de piturra), giubbetto di seta (spénsu), gonna in cotone a righe rosse e blu (gunnedda de abodrau), grembiule di seta (deventali de seda), cintura (cimuxa), tasca (busciàcca), scarpe di pelle (crapittas).

Elementi dell’abito femminile di gala (bistiri de velludu)
Cuffia (scùffia), velo (velu), camicia (camisa), corpetto (cossu), fazzoletto copriseno (pannu de piturra), casacchino (velàda), gonna in velluto di seta rosso e broccato (gunnedda de velludu), grembiule a ventaglio (deventali), scarpe in pelle rivestite di broccato (crapittas).

Elementi dell’abito maschile
Copricapo a sacco (berritta), fazzoletto (muncadori de berritta), camicia (camisa), corpetto (corpèttu), giacca (giacchetta), cappotto (serenìccu), calzoni (crazonis), calzoni a gonnellino (arroda), cintura (cimuxa), ghette (crazas), gambali di cuoio (cambalis), scarpe (crapittas).

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